Il monastero
della Visitazione a Torino viene fondato il 21 novembre 1638, in
zona posta tra l'attuale via XX settembre e via Arcivescovado,
dove si trovano due case e una scuderia, destinata a divenire la
Cappella. Matilde di Savoia elargisce all'erigendo monastero 3.000
ducatoni e due cascine, una di 196 giornate (la "giornata"
piemontese equivale a 3810 m²) presso Chieri, l'altra di 40
giornate, nel territorio di Pianezza. L'Arcivescovo di Torino,
Mons. Antonio Provana di Collegno, dona tutto il suo autorevole
appoggio ed è felice di offrire alla santa Fondatrice, la Marchesa
di Pianezza Donna Matilde di Savoia (Torino ca.1578-1639),
coadiuvata dalla Reggente Cristina di Francia (figlia di Enrico IV
di Francia e di Maria De Medici, sposa del Duca Vittorio Amedeo I
di Savoia,
1606-1663) la
prima postulante nella persona della sua diletta nipote Emilia. Come seconda pretendente, entra la giovanissima vedova Ippolita Margherita Provana di Leyni, madre della piccola Gertrude. Questa, divenuta monaca e Superiora, elaborerà la vita di Sr. Jeanne Bénigne Gojos e la storia della fondazione, fino al 1692. Ancora oggi le monache conservano gelosamente questo raro documento al quale molti studiosi attingono preziose notizie del tempo. La bufera della Rivoluzione francese non risparmia certo il monastero di Torino che viene espropriato e, dal 1802 al 1824, le monache si disperdono in case private. Tornata un po' di calma e non potendo rientrare nel proprio monastero, perché ceduto ai Padri della Missione San Vincenzo de' Paoli, alcune di esse ottengono - dalla regale munificenza di Re Carlo Felice - l'antico monastero delle Clarisse, situato presso il Santuario della Consolata, con la bellissima chiesa di Bernardo Vittone, del 1745. Nel 1824 la piccola comunità "delle superstiti" può riaprire le porte della clausura per accogliere, come prima novizia, Sr. Francesca Delfina, sorella di Silvio Pellico, seguita ben presto da numerose compagne, tra le quali la sorella maggiore del Beato Francesco Faà di Bruno. Dopo circa ottant'anni, vari avvenimenti politici obbligano le Sorelle a un nuovo esodo e, questa volta, in un proprio monastero il cui terreno, acquistato dai Conti San Martino della Motta lungo la strada per la Francia (attuale Corso Francia) in località Parella, viene acquistato - in forma privata - da cinque suore della comunità, a causa delle restrizioni sui beni ecclesiastici imposte delle Leggi Siccardi, ancora in vigore, che impediscono al monastero di essere proprietario. Tra il 1871 e il 1904 viene costruito il tanto desiderato monastero - secondo le indicazioni del costumiere di Annecy - circondato da un vasto terreno agricolo e protetto da alte mura. Resta ancora un tratto (dietro la scuola media Dante Alighieri) dell'alto muro di cinta di mattoni che, all'origine, circondava il monastero delimitandone il perimetro. Nel punto in cui incrocia l'attuale Corso Telesio, il muro è stato mozzato irregolarmente, per cui sono evidenti, ancora oggi, le sbrecciature del taglio. Il monastero, alle spalle della chiesa, è un grande quadrilatero, tutto porticato, nel quale si aprono circa sessanta camere singole ove dimorano le suore. Ci sono anche la fattoria e le stalle, le scuderie, l'orto ed i giardini. Il monastero è preparato anche per accogliere per lunghi periodi di ritiro i principi sabaudi, nel relativo appartamento. Sempre lungo questa strada, nel 1715 venne costruita Villa Sartirana (l'attuale Tesoriera). Nel 1905 la chiesa viene benedetta ed aperta al pubblico ma durante la Prima Guerra Mondiale, parte del monastero viene requisito e adibito a caserma. Liberato il monastero dai militari, il 28 ottobre 1938, la chiesa riconsacrata dal Cardinal Maurilio Fossati è restituita al culto. Sembra che le visitandine debbano comprendere che la loro vera patria è "nei cieli" perché dopo aver goduto una vita monastica povera, ma serena e fiorente di sante vocazioni, l'espandersi della città, il nuovo piano urbano e la costruzione di alti palazzi intorno al monastero, nel 1964, costringono le monache a pensare ad un nuovo esodo. Questa volta il luogo scelto è sulla collina di Moncalieri, silenzioso, in mezzo al verde e soleggiato. La costruzione è progettata dall'Architetto Ottorino Aloisio, già noto per altri lavori tra i quali quello della chiesa delle Missioni della Consolata. Nel 1970 la comunità intera si trasferisce a Moncalieri, non distante dal Castello Reale. Il monastero, alienato, viene demolito, ma si salva la chiesa con la cancellata antistante e il vialetto che porta a Corso Francia. Il 9 febbraio 1970 la chiesa viene consegnata all'Opera Torino Chiese ed il 1° novembre 1971, a nome del Cardinal Pellegrino, Mons. Maritano dà inizio alla Comunità Parrocchiale "La Visitazione". |